Che stanchezza! Riunirsi all’imbrunire.
Dalla routine al ritmo.
In molte delle nostre case, ad una certa ora, diciamo tra le 17 e le 20 le famiglie si riuniscono dopo una giornata spesso molto piena, o anche molto “vuota”, le anime che abitano una casa si ritrovano portando con loro molte stanchezze, parecchie frustrazioni, spesso entusiasmi, agitazioni. Difficilmente ci si ritrova in uno stato di serenità. L’ora del pre e post cena divengono frequentemente argomento di discussione con specialisti di differente professionalità e orientamento poichè gli eventuali malesseri relazionali di questa parte della giornata vengono collegati in modo diretto a ciò che avverrà nelle ore successive: la notte, quindi, le ore di presunto sonno e riposo. Un grande e utile consiglio è, altrettanto frequentemente, quello di iniziare ad analizzare il clima interrelazionale che abita in quella specifica dimora e fare luce, o meglio, dare giusta visibilità, ai diversi modi di vivere la giornata e allo stato esistenziale con il quale si arriva alle ore tardo pomeridiane e serali. Spesso si evince che a giornate eccessivamente intense corrisponde uno stato di irrequitezza che poi fa scaldare gli animi quando i diversi componenti del nucleo abitativo sono insieme: c’è chi vorrebbe stare in silenzio a “ sbollire” la tensione maturata magari in previsione di quella che si accumulerà il giorno seguente; c’è chi invece desidera invece condividere con gli altri con tanto entusiasmo e una dose di agitazione i fatti del giorno poichè quella condivisione ha essa stessa funzione di “scarico”; c’è chi ci arriva “fuori”: molto agitato, confuso, difficile da trattare e contenere ecc…
Quando in casa ci sono dei figli questo si amplifica e spesso si complessifica perchè oltre alla gestione di coppia, i figli pongono ulteriori necessità di cura e di postura da parte degli adulti del gruppo. Di qui ovviamente l’utilità di analizzare nel dettaglio con quali attitudini ci si relaziona con gli altri abitanti della casa e, talvolta, la grande opportunità di stabilire delle routine di accompagnamento al passaggio luce/buio.
Quello delle routine è un aspetto fondamentale della questione, ma può essere compreso e messo in atto in tutta la sua potenza e capacità trasformativa se comprendiamo che tutta la giornata ha bisogno, più che di routine, di un RITMO.
Ma chi si sofferma davvero a riflettere sul, ritmo ogni singola giornata e, quindi, sul suo senso?
Questo passaggio diviene un cardine fondamentale per chi desidera trasformare il tempo del proprio esistere, e quello dei suoi cari, in nutrimento per l’anima. Se desideriamo nutrire la vita (yangsheng dicono i saggi cinesi) forse abbiamo bisogno di percepire che la trasformazione implicita ad una routine non è un mero rituale ripetitivo, bensì la messa in atto dell’arte del saper vivere. Attraverso questa consapevolezza gli adulti di un gruppo di umani, favoriscono il nutrimento di tutti i livelli energetici individuali e sovrandividuali, e consentono ai germogli di casa di sviluppare un sistema di orientamento efficace che poi, con il tempo consentirà loro di non perdere il senso del proprio tempo, del proprio esistere.
Per prima cosa inseriamo, quindi, l’eventuale routine serale all’interno del grande cerchio della giornata, che aiuta a visualizzare il ritmo naturale della luce e del buio, con le sue due soglie: l’alba per il passaggio alla e il tramonto per l’immersione nel buio. poichè quando parliamo di singole routine mattutine, serali, ecc. ecc. involontariamente creiamo delle separazioni nel flusso di vita che siamo. Queste, chiaramente, hanno una grande funzionalità strumentale e possono rivelarsi anche funzionali ad un dato momento della nostra vita. Ma, possiamo dire che il nostro obiettivo è quello di impegnarci a creare un sistema di orientamento che si fletta con noi, che cambi con il nostro cambiare…poichè le routine che instauriamo avranno bisogno di cambiare con noi e, quindi, avremo bisogno di un sistema di pensiero anzi di senso, che sia a monte delle nostre azioni e che indirizzi le nostre azioni verso possibili cambiamenti nel nostro quotidiano.
Chissà perchè ragionare ampliando il panorama può sembrare inutile a trovare un immediata soluzione a un problema, ma non è così. In questo caso avere una visione ampia della situazione, ci libera dalle piccole empasse quotidiane…e non solo!
Ritmo della vita
La vita nelle sue manifestazioni è ritmo. Il susseguirsi delle stagioni nel corso dell’anno, delle settimane nel corso dei mesi, delle ore nel corso del giorno, producono il respiro della natura. I gruppi umani hanno scandito la loro esistenza attraverso eventi speciali:le feste.
Ora, se noi prendiamo una bella ruota delle festività/stagioni, di quelle prodotte dagli anni ’50 in poi del secolo scorso, con disegnate le 8 porte/festività annuali possiamo iniziare a impostare il nostro ritmo, anche giornaliero, poichè in moltissime tradizioni culturali, occidente incluso, l’energia del susseguirsi delle stagioni e, soprattutto il ritmo di luce e ombra delle giornate, sono sempre stati di grandissimo interesse. Noi partiamo da qui a EDUCARCI al ritmo, per superare, in questo caso, difficoltà legate al rientro a casa tardo pomeridiano e quelle legate all’addormentamento e al sonno. Partiamo come adulti, quindi, rasserenarci noi per primi su cosa sia quel momento della giornata e con quale energia sia opportuno arrivarci e poi, attraversarlo. Noi abbiamo bisogno di avere in noi il SENSO del momento, il senso di quel tempo, di quell’atmosfera.
Immaginiamola a partire dalla ruota dell’anno e poniamoci delle domande di verifica.
Tra le 17 e le 20 siamo quindi in una specifica parte della giornata: l’autunnale lavorazione dei frutti raccolti che andranno conservati fino a primavera (mattina), e in prossimità di quello che oggi chimiamo Halloween, il tempo dei morti.
Quali frutti ho raccolto oggi? O quali ha raccolto il mio partner, mio figlio ecc?
Come li conserverò? – Ovvero, cosa posso tenere affiche mi nutra e cosa ho bisogno di lasciare andare.
Con quali energie lavorerò a questa operazione autunnale di trasformazione?
Queste domande valgono sia se la giornata è stata caotica, eccessiva, stracolma di cose sia ipostimolante, sottotono in ogni suo aspetto.
E, quindi, a seconda delella lavorazione dei frutti della giornata viene da sè quale potrà essere la mia relazione con la fase del giorno successiva: l’andare verso l’oscurità della notte con i suoi fantasmi e le sue meraviglie; questa tempo in cui l’invisibile e il visibile si sfiorano.
Come mi sono preparato e come decido ora di avviarmi al tempo interiore ,notturno, buio, silenzioso?
Se sono genitore: Come posso accompagnare quindi i piccoli di casa verso la loro esperienza nel buio, nello spazio contenuto di un letto, nella solitudine dei loro sogni?
Quale prospettiva e senso ha la notte rispetto al ritorno della luce, alla scintilla del mattino, all’energia della primavera?
Il senso della vita è dare un senso alla vita.
R.Steiner
Non è facile, ma se si coglie il profondo senso trasformativo di questo ampliamento e complessificazione della prospettiva, è tutto più chiaro, forse non più semplice, ma tutto assume un senso e una direzione.
Ognuno potrà fare i conti con le proprie risposte e se lo riterrà intraprendere un percorso di crescita, di formazione, di educazione. E questo sar un passaggio importantissimo poichè i nostri piccoli ci guardano e osservano mentre cresciamo e ci confrontiamo con le sfide della vita, proprio come noi facciamo con loro….