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Il tempo e lo spazio

Nei mesi di giugno e luglio L’Officina delle Relazioni ha proposto una serie di dirette instagram, ispirate a ciò che solitamente si verifica nel periodo delle ferie estive e che quindi vertevano sul tema del cambiamento della routine e delle nostre abitudini (QUI puoi rivedere le dirette). È abbastanza comune in quel momento sentirsi più liberi, più sereni, lontani dalle incombenze, dalle scadenze e dalle responsabilità, che caratterizzano la quotidianità di ognuno.

 

Le ferie possono essere un momento rigenerante, che ci spinge a rivalutare la quotidianità che ci attende al ritorno, motivandoci a cambiarla, migliorarla, a volte, stravolgerla. Ma la spinta al cambiamento è spesso poco duratura e raramente si traduce in azioni e trasformazioni reali delle nostre abitudini. È possibile che per molti, ad autunno inoltrato, la situazione non si sia modificata come auspicato, che le strade che ci eravamo proposti di intraprendere siano state rimandate e che i vecchi schemi, spesso deleteri, continuino a ripetersi.

È tutta una questione di tempo. Le ore nella giornata sono per tutti le stesse, è come le investiamo che può fare la differenza. Se si dovesse definire la routine si potrebbe descriverla come un insieme di azioni, pensieri, emozioni che si ripetono costanti.

Questo insieme costituisce la struttura della nostra esistenza, da una sequenza logica agli avvenimenti, fornisce una cornice interpretativa di ciò che ci accade. Abbiamo bisogno di avere uno scenario di riferimento, molti per non perdersi, molti per dare un significato a ciò che stanno vivendo, altri per capire dove si trovano, dove stanno andando.

Nel nostro immaginario la routine è solo ed esclusivamente qualcosa di pianificato nel dettaglio, in realtà anche non avere una routine può considerarsi una costante comportamentale ed interpretativa della realtà tanto da diventare essa stessa una costante, una routine.

Chiaramente non tutti gli impegni, le scadenze, le responsabilità che compongono le nostre giornate sono in egual misura fonte di soddisfazione per noi, benché necessarie.

Molte delle nostre attività quotidiane possono rivelarsi fonte di stress, con ripercussioni in tutti gli ambiti della nostra vita.

Paradossalmente possono essere proprio le attività maggiormente gravose ad occupare la maggior parte del nostro tempo e spesso delle nostre attività mentali.

Può capitare che lo spazio per noi stessi sia contratto, considerato sacrificabile e per tanto sacrificato.

L’investimento sul nostro benessere personale è fondamentale e ricade positivamente su tutti i settori della nostra routine, tuttavia, questo è il tempo che sacrifichiamo più facilmente, sbagliando.

Dovremmo ascoltarci maggiormente, concederci il tempo per le attività che ci soddisfano, ci permettono di esprimerci, ci danno modo di “staccare” dal resto, rendendolo meno incombente. Se non è possibile modificare la natura di tutti i nostri impegni sarebbe quanto meno auspicabile cambiarne la sostanza.

Bisognerebbe imparare a lasciare alle attività che ci soddisfano il giusto tempo, non oberandoci solo di incombenze e scadenze, smettere di scordandoci di noi. Non inseguire un’ideale di perfezione performante, irrealistico ed irrealizzabile, ma dare ascolto alle nostre esigenze, lasciando loro lo spazio di esprimersi.

Alleggerire le nostre giornate potrebbe portare a rendere anche le attività vissute come più stressanti, non solo sopportabili, ma addirittura fonte di soddisfazione.

Benché spesso ci dividiamo tra impegni differenti non possiamo separare nettamente i diversi ambiti della nostra esistenza, siamo un tutt’uno. Le attività che facciamo, siano esse lavorative o famigliari, ci influenzano e si influenzano a vicenda.

Un buon equilibrio sarà la base per migliorare, non solo un aspetto della nostra quotidianità, ma tutto l’insieme.

Trovando la nostra personale modalità. Spesso ci rifacciamo a modelli, che in apparenza ci sembrano più adatti a noi, ma che nella pratica possono calzarci poco. Tentare di perseguire obiettivi, che non ci rispecchiano può rivelarsi frustrante e non aiutare a migliorare la soddisfazione del nostro quotidiano.

Impariamo ad osservarci per trovare il giusto equilibrio per noi, che ci rappresenti e ci dia modo di esprimerci appieno.

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