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Imparare a riconoscere le emozioni: una strada che inizia sin da bambini

Abbiamo già tentato di approfondire alcuni aspetti circa i vissuti emotivi e come questi siano spesso visti dai singoli individui, ma perché parlare così spesso di emozioni?

Una delle motivazioni principali è dovuta al ruolo fondamentale che le emozioni hanno nella conoscenza e nella comprensione dell’altro, così come nel benessere individuale.

Il vissuto emotivo fa parte di ognuno di noi, è un’esperienza biologicamente radicata, che si manifesta nella realtà che ci circonda, che viene plasmata, indirizzata, suscitata dalle relazioni che abbiamo.

Si tratta di un’occasione di apprendimento individuale, che si plasma con le esperienze che viviamo.

Non è per tutti facile, tuttavia, rapportarsi alle proprie emozioni: conoscerle, accoglierle e accettarle.

Spesso proviamo ad ignorarle, soffocarle, reprimerle. A volte non riusciamo a riconoscerle, ne siamo spaventati, ci illudiamo di poterne fare a meno.

Sin dai primi mesi di vita, man mano che si sviluppa la rielaborazione cognitiva degli stimoli esterni, i neonati iniziano a sperimentare i primi abbozzi di emozioni, le quali si faranno via via più complesse di pari passo alle abilità cognitive.

Nei primi anni di vita sarà fondamentale il riscontro che il bambino troverà al manifestarsi delle proprie emozioni. Le emozioni, così come qualsiasi altro comportamento umano, sono, infatti, estremamente influenzate dal contesto e dalla cultura condivisa.

Il modo in cui le emozioni vengono accolte all’interno delle prime relazioni significative dei bambini servirà da stile di riferimento nell’espressione emotiva. Si creeranno dei riferimenti nella regolazione e nell’espressione delle emozioni, che saranno verosimilmente riproposti nelle relazioni significative future.

Le figure di riferimento nelle fasi dello sviluppo dovrebbero farsi carico di interpretare e supportare le risposte emotive dei bambini. Accogliere le espressioni emotive all’interno della relazione di attaccamento contribuisce, infatti, a crescere le competenze emotive del bambino e parallelamente a consolidare il legame con il caregiver.

Un clima emotivo positivo è in grado di enfatizzare l’intelligenza emotiva dei bambini e quindi dei futuri adulti.

La responsività dei caregiver può fungere da rinforzo alla manifestazione delle emozioni, contribuendo a creare una competenza in termini di riconoscimento emotivo.

L’intelligenza emotiva comprende le capacità di valutare ed esprimere le emozioni proprie ed altrui. 










Uno spunto interessante alla comprensione e il riconoscimento delle emozioni per i bambini potrebbero essere i libri di Anna LLenas.

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