Chi ha paura delle emozioni?
Viviamo a stretto contatto con le nostre emozioni, sono loro che ci danno la chiave di lettura delle situazioni quotidiane, da cui loro stesse sono generate. Loro ci dirigono in una o in un’altra situazione. Ci spingono all’azione. A volte ci impongono di cambiare. (se vuoi approfondire cosa sono le emozioni ne abbiamo parlato qui.).
Non sempre e non tutti però vivono il loro rapporto con la propria dimensione emotiva, con consapevolezza e naturalezza. Esistono vissuti emotivi, che per natura o intensità possono essere rifiutati. Si fugge da ciò che ci fa paura, da ciò che ci fa star male. Ma non solo, anche l’intensità di alcune emozioni positive può essere fonte di preoccupazione e portarci ad evitarle in toto.
L’idea è di perdere il controllo. Come se ciò che ci travolge in quei momenti non fosse, di fatto, qualcosa di interiore. Ma provenisse dall’esterno e come tale si potesse chiudere fuori dalla nostra esperienza individuale.
Non è così. L’emozioni sono il frutto imprescindibile dei nostri vissuti. Sono il filtro, la chiave di lettura, il motore, che motiva la ricerca. Non ci piovono addosso, sono il prodotto più genuino di noi. Senza censure, senza seguire delle regole, si manifestano per darci un segnale. O almeno così dovrebbe essere.
L’ansia e lo stress, che spesso per alcuni accompagnano questi vissuti, possono, infatti, portarci a un approccio poco funzionale con i nostri stati d’animo. Possiamo ignorarli, fingere di non provarli, reprimerli o rimuginarci sopra quasi a cullarvisi dentro.
Eppure, la paura che spesso abbiamo dei nostri vissuti emotivi equivale in qualche misura alla scarsa confidenza che abbiamo, scelto, per un motivo o per l’altro, di avere con loro.
Pensando di salvarci da un vissuto potenzialmente pericoloso, scegliamo di metterlo al margine della nostra esperienza, di non viverlo davvero. Così facendo, non impariamo a conoscerlo, non impariamo a riconoscere noi stessi in quella condizione. Di fatto ne amplifichiamo la potenza. L’intensità.
Avere una certa confidenza con i nostri stati d’animo, con le nostre emozioni, ci insegna a comprenderle e comprenderci in quello specifico frangente. Ci insegna a non temere un’emozione, la sua intensità, i suoi risultati, perché sappiamo riconoscerla e riconoscersi al suo interno.
Ciò potrebbe essere riassunto con il termine sensibilità. Nel dizionario della lingua italiana col termine sensibilità ci si riferisce alla “particolare attitudine a risentire gli effetti anche più insignificanti di una condizione affettiva o emotiva…in senso più ampio, capacità d’intendere o di avvertire una determinata realtà “.
Percezione di ciò che accade a livello emotivo dentro di sé e nella realtà che ci circonda. È qualcosa di affine alla conoscenza di un’esperienza emotiva, alla consapevolezza dei suoi potenziali effetti interiori e in ciò che ci circonda. Una competenza, che include ed esalta il ruolo e l’importanza di un vissuto emotivo. Lontana dalla visione dell’emozione come elemento fuorviante e di disturbo, qualcosa da cui sia meglio preservarsi.
Questa chiave di lettura porta spesso alla sovrapposizione del termine sensibilità con “debolezza”. Ciò ci spinge a rifuggire le esperienze emotive, definendole principalmente come un’occasione di vulnerabilità.
Quel che non viene colto, nella differenza di questi termini, è la necessità del vissuto emotivo nel vissuto di ognuno. Si tratta di una dimensione caratterizzante l’essere umano e per tanto irrinunciabile. Anche laddove ci si limiti ad ignorare ed ostacolare le proprie emozioni non ci si impedirà di provarle. Al contrario si amplificheranno e la nostra relazione con loro sarà maggiormente difficoltosa.
Non è estraniandosi al vissuto emotivo, che si troverà la nostra forza, ma sarà immergendovisi ed aprendosi alla conoscenza, che potremo trasformare ciò che vedevamo come una debolezza in un importante punto di forza.